
È da un bel po’ che non scrivo, mi mancano i pensieri. Forse, più semplicemente, mi mancano le parole che sentivo al bar: il mio teatro quotidiano.
Però poco fa ho ricevuto questo messaggio da un amico che mi è stato Professore quando avevo vent’anni.
E mi emoziona.
E mi sta tornando la voglia.
Grazie, F. Grazie.
Il ragazzo (de ‘na volta)
“Che ti posso dire di più, ora, Lucio? Ora che l’ho terminato, e che ho ripreso a leggerlo, saltando di qua e di là, a godermi e a rigoderei alcuni passaggi? Non so, non so davvero cosa dire di più: forse che dentro c’è genialità, una sottile genialità che colpisce per l’imprevedibilità? C’è un uso particolarissimo, di sicuro personale, credo non ragionato, del fraseggio, che in alcuni passaggi è tronco, ed è come un pugno che ti sospende il respiro, e ti lascia attonito a pensare, ma altre volte invece si distende, e scivola via portandoti altrove, e devi tornare indietro di corsa a capire, a capire di più quello che hai nascosto tra le parole … Stupefacente. Negli anni passati sono stato in giuria di un premio letterario. Ha litigato a lungo con gli altri giurati, figure certo di buon livello culturale, ma tutte di formazione diversissima, e dunque inclini ad una visione particolare, spesso forzata, della scrittura: metti insieme un architetto ed un alpinista-scalatore, un sociologo ed un paesaggista urbano … impresa impossibile. Eppure tutti si dovevano cimentare intorno al concetto di Letteratura, o di Letterario, l’attributo che è ancora più sfuggente da intendere. Ricordi il liceo? E la letteratura italiana, o quella latina o quella greca, se hai fatto il classico? Studiavi Letteratura, ma da nessuna parte ne trovavi una vera definizione. Beh, siamo arrivati alla conclusione che è letterario ciò che sposa logos con ethos e con pathos, cioè che trasmette un pensiero (si diceva la morale della storia, una volta) attraverso le parole, o il linguaggio (può essere anche quello dei colori, o delle forme) facendo tremare l’anima con le emozioni. Li ho messi tutti d’accordo. E capisci la morale: hai fatto vera letteratura. Mi piaci, ragazzo!!!!”
Io che ho fatto il liceo prima di te (molto molto prima) concordo col tuo professore (e non dimenticarti di quella birra che dovrai offrirmi appena ci libereranno dalla galera).
Grazie! Certo, la birra convertibile in bianchino o sprizzetto la ricordo bene!
A presto
Lucio