
“Era il 15 maggio del 2020. Il calendario gli ricordò che era Sant’Isidoro, patrono degli agricoltori, dei braccianti e dei birocciài.
‘Birocciai … Mio padre, faceva il birocciaio’, pensò.
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Era il 15 maggio del 2020. Scostò la tenda distrattamente e osservò le fiamme dell’incendio tossico a pochi chilometri.
Il megafono raccomandava di non raccogliere la verdura, di chiudersi in casa e di mettere degli stracci umidi attorno alle finestre.
‘Acetone’, diceva il giornale radio.
E dire che l’aveva inventato lui, l’acetone. Solo perché la Luisa potesse togliersi lo smalto rosso più facilmente.
Fece un sorriso amaro.
Spostò lo sguardo su Rialto, appena un po’ più in là. Da qualche parte.
Fermò gli occhi sulla nuvola grigia coi sui ghirigori morbidi, che sembravano quasi prendere la forma delle sue montagne.
Ci vide dentro suo padre allontanarsi lento verso gli altopiani.
Trattenne una lacrima”
(brano da “Mesopotamia”, scritto nel maggio 2020).
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Oggi è il 27 dicembre 2021 e non è Sant’Isidoro (foto da www.primavenezia.it di oggi, grazie).
LM
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