“Nel giro di uno sguardo conto ventitré piante.
Riconosco con facilità le commestibili e le tossiche, perché me l’ha insegnato mia madre.
E poi ci sono anche otto insetti e un ramarro, che sta prendendo il sole su una pietra. Dentro a quella buca c’è sicuramente una talpa.
In tutto fanno trentatré specie in pochi metri quadrati.
No, trentaquattro: sono di questa terra anch’io.
È la meraviglia della diversità biologica, quella cosa che non ha bisogno di essere forzata con piantagioni costose, buone per prendere soldi o voti o andare sul giornale, ma di tempo”.
(Pane e Noci, Ronzani Editore).
LM
Io le “giornate mondiali” le abolirei tutte, dalla prima all’ultima.