
Parecchio tempo fa, la Bice mi raccontò che nel 1945 presero suo cugino Olivo e lo portarono nella camera di tortura di Conetta, provincia di Venezia. E che lo massacrarono di botte e gli staccarono le falangi dall’indice al mignolo legandogli le mani sulla parte superiore di una porta di ferro e sbattendo la porta medesima contro il suo stesso telaio e con italico impeto. Olivo non parlò, forse perché non sapeva, e si ritrovò a camminare con le stampelle per tutta la vita e coi soli pollici sani. Che così non puoi neanche fumare una sigaretta, non puoi.
Stamattina sono passato da questa rotatoria, a grossomodo 20 chilometri da Conetta, e mi è tornato alla mente quel ricordo tristo.
Lucio Montecchio
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