Paga Pantalone

Come già abbondantemente previsto, le risorse che il Pianeta poteva darci nell’intero 2022 senza andare in sofferenza finiranno oggi, 28 luglio.

Per i prossimi 156 giorni, e sono parecchi, useremo disponibilità previste per il 2023.

Se fossimo seri, da oggi dovremmo scegliere di non consumare energia per cose non indispensabili come la temperatura siberiana del mio supermercato, le vacanze in crociera o in aereo, i fuochi d’artificio di ferragosto, le coreografie balneari delle Frecce tricolori e molte altre cose simili.  

Oppure scegliamo che va bene così e iniziamo l’anno nuovo al freddo e al gelo riaprendo i rubinetti dell’energia 156 giorni dopo capodanno, il 3 giugno.

E dire che col minor uso di mezzi e impianti energivori impostici dalla pandemia, nel 2020 avevamo guadagnato tempo ed eravamo tornati ai consumi del 2005.

Continuiamo a procrastinare.

A mettere il condizionatore a 20 e il riscaldamento a 22: d’estate vogliamo più freddo che d’inverno.

A pensare che il costo di un bene consista nella somma dei costi di produzione e di distribuzione, senza mai dare un valore economico all’inquinamento e al calore che esce dalle fabbriche, che paga il solito vecchio, caro e generoso Pantalone, invece di metterlo più semplicemente in conto a chi compera quel bene.

Non sembra strano anche a voi?

Sono un po’ arrabbiato, dev’essere ‘sto caldo.

LM

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